Ci siamo! Oggi Armida Barelli sarà beata.

A parte le dirette via web e i webinar sulla sua figura che hanno coinvolto migliaia di persone, è indubbio che questa beatificazione rende “giustizia” alla storia di una donna che non è mai stata studiata fino in fondo.

Segue la pista di riflessione che L’Azione Cattolica della diocesi di Locri Gerace ha pensato per la veglia parrocchiale in preparazione alla beatificazione di Armida Barelli.

INTRODUZIONE

Il 20 febbraio 2021 Matteo Truffelli, allora Presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, così si pronunciava all’annuncio della promulgazione del decreto di beatificazione di Armida Barelli «Con gioia l’Azione Cattolica Italiana ha appreso la notizia della beatificazione di Armida Barelli, fondatrice della Gioventù Femminile e “sorella maggiore” per tante giovani donne che si dedicarono all’opera evangelizzatrice nell’Italia della prima metà del Novecento».

Stasera, alla vigilia del grande giorno, noi soci di A.C, insieme agli Amici dell’Università cattolica siamo qui riuniti a pregare perché l’ormai Beata Armida illumini il nostro cammino associativo, ci aiuti a calcare le orme da lei tracciate in campo ecclesiale e sociale e ci renda credibili testimoni del suo messaggio di promozione umana e cristiana.

CANTO

PRIMO MOMENTO

La fiducia nella dolce Provvidenza divina ha guidato costantemente i passi della vita terrena di Armida Barelli. Tra i suoi scritti possiamo rinvenire chiaramente il suo progetto di vita, ciò che lungo il suo cammino l’ha portata a diventare missionaria credibile del Vangelo: “Avere fiducia nel Sacro Cuore per essere quali lui ci vuole: ardenti missionarie della sua regalità, autentiche francescane e sante ad ogni costo. Il cuore adorabile di nostro Signore possa trovare nei nostri cuori un luogo di riposo e di conforto e possa adoperarci per la dilatazione del suo regno” (Dagli scritti di Armida Barelli).

L’ardente passione per il Cuore di Gesù e il desiderio che questa fiamma riscaldi i cuori di ciascuno orientarono tutti gli sforzi di Armida. Ella fece della sua intera vita una consacrazione alla regalità di Cristo, un’offerta di tutta sé stessa per l’irradiazione della gioia evangelica. In particolare, con la famiglia spirituale della Gioventù Femminile di Azione Cattolica, si impegnò a condividere il suo programma di vita: “Amarlo, vederlo amato, farlo amare. Lasciate al Signore la cura del vostro avvenire, preoccupatevi dei suoi grandi interessi. Vedrete come provvederà bene a voi il Padre che sta nei cieli, se voi con zelo e amore lavorerete per lui. Il regno di Dio deve essere per tutte noi, la nostra passione e lo scopo di tutti i nostri sforzi” (Dagli scritti di Armida Barelli). Ancora oggi, la vita di Armida Barelli può essere per noi una piccola fiammella che illumina i nostri passi. La sua fede e la sua carità diventano per noi il vivo desiderio di scoprire la bellezza di poter donare la nostra vita nell’oggi e nella realtà che viviamo, perché – anche – attraverso la nostra gioiosa esistenza si realizzino tutti i disegni della Divina Provvidenza.  (Don Francesco Marrapodi, assistente ecclesiastico nazionale dell’Azione cattolica dei ragazzi in  “Armida e la lampada della fede”:  )

  • Momento di silenzio e riflessione personale

“Sacro Cuore mi fido di te”. È l’espressione con cui Armida Barelli affrontava tutti i passaggi più difficili e delicati della vita dell’Ateneo e delle realtà affidate alla sua responsabilità, dalla Gioventù femminile di Azione Cattolica alla fondazione e sviluppo dell’Istituto secolare delle Missionarie della Regalità. Sappiamo bene che questa attestazione di fiducia incrollabile nel Sacro Cuore non risuonava solo nell’intimo del suo cuore e non plasmava solo la sua spiritualità personale. Ritornava spesso anche nelle riunioni dei dirigenti quando bisognava prendere decisioni coraggiose e controcorrente, a volte non comprese e non condivise dagli stessi collaboratori. Ma lei, tesoriera intraprendente e coraggiosa, andava avanti anche quando gli altri volevano fermarsi, sospinta da una fiducia assoluta nel sostegno del Sacro Cuore.

“Sacro Cuore mi fido di te”. Lo diciamo anche noi, con umiltà e convinzione, pensando allo sconvolgimento che la pandemia, la devastante guerra in Ucraina e tutte le altre guerre che si combattono ancora nel mondo hanno portato nell’organizzazione della vita sociale.  Lo diciamo pensando al nostro Paese e al mondo intero, che arrancano nella speranza di uscire presto da queste catastrofi. Non credo che basti l’ingenuo e consolatorio “andrà tutto bene” con cui si è cercato di esorcizzare i primi momenti di smarrimento all’insorgere della pandemia. Le centinaia di migliaia di contagiati e le decine di migliaia di morti , con la inequivocabile e impietosa drammaticità dei numeri, la distruzione di ospedali e di strutture pubbliche , la devastazione di intere città  ci dicono l’impatto devastante di queste catastrofi  reso ancora più pesante dall’isolamento dei malati e dalla solitudine di tante persone, dal blocco delle attività economiche, educative, culturali e sociali che in molti casi rendono incerto, e forse pregiudicano, il futuro. Infine diciamo “Sacro Cuore mi fido di te” per esprimere la nostra gratitudine. Non siamo stati noi a scegliere Lui, ma è stato Lui che ha scelto noi e ci custodisce con tenerezza nel suo infinito abbraccio d’amore: «In questo sta l’amore: non siamo stati noi ad amare Dio, ma è lui che ha amato noi e ha mandato il suo Figlio come vittima di espiazione per i nostri peccati».  (Adattamenti dall’l’omelia di monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico dell’Università Cattolica, nel corso della celebrazione eucaristica nell’aula magna della sede di Milano in preparazione alla solennità del Sacro Cuore di Gesù.)

PREGHIERA

Padre, che hai plasmato Armida- col cuore del Figlio Tuo- un’anima capace di orientare giovani di ogni tempo verso la piena esperienza di Cristo e della Chiesa attraverso “Eucaristia, Apostolato, Eroismo” donaci di continuare a essere fedeli al suo messaggio. Alimenta la nostra speranza per la sua glorificazione ecclesiale e sostienici, per sua intercessione, nelle nostre necessità. AMEN

CANTO

SECONDO MOMENTO

La Barelli vive sempre immersa nel mistero di Dio. Tra le molte sue occupazioni, il pensiero è rivolto al tempo – per il cristiano anno liturgico – che passa e che lei scandisce nei suoi scritti, ma prima ancora nella sua anima. Poiché la vita mistica è un dono accolto con consapevolezza non deve perdere il suo status di dono, perciò deve essere trasmesso ad altri. La Barelli perciò, non vive l’anno liturgico solo riflettendo in se stessa, ma ‘passa’ le sue riflessioni, le sue esortazioni, i suoi sentimenti a quanti le sono stati affidati da Dio stesso, soprattutto alle socie della GF … «Saper sorridere ad ogni manifestazione della Divina Volontà, anche tra le lacrime, è un bel programma. Quaggiù la vita nostra, che deve ricopiare quella di Gesù, ha poche ore di Tabor, mentre conta anni di fatiche, di sacrifici, di dolori. Noi accettiamo quanto Dio dispone con infinita sapienza ed eterno amore, sapendo che tutto coopera al bene di quelli che Lo amano. Accettiamo, adoriamo la sua Divina Volontà su di noi e su tutti, sapendo che essa porterà infallibilmente altro trionfo del Regno di Cristo. Quel regno intimo, familiare e sociale è lo scopo della nostra vita …». «Dici che la grazia non opera in te. E che ne sai tu? In mille modi esplica il Signore la sua grazia e a volte nell’aridità essa è infinitamente più abbondante che nella gioia… la dà a me, la sua grazia, a me! E vuoi che non la dia sovrabbondante a te, a tutte, a tutti? Tu segui questi esercizi con fede profonda con intenso desiderio di bene. Al resto ci penserà lui, anche alla grazia sensibile. Ma tu sai che è ben più di tenerezza, tu hai bisogno di forza per l’alta missione tua. Dunque accetta la forza nella aridità di questi giorni e verrà poi la sua vita nella Santa Comunione. E allora vedrai che sfolgorio di fede ed ideali! Quanto fremito d’ali! Io prego per te intensamente e scongiura il Signore d’aver pietà di me» …

  • Momento di silenzio e riflessione personale

 Scrive all’altra le parole che dice a sé stessa per tenersi su: «Penso che il Signore vede, sa, misura e aiuta. Fidiamo in Lui, accettiamo dalla sua mano paterna la croce che Lui ci ha scelta e portiamola senza strepitare. Lui sa fino a che peso sappiamo reggere e ci prepara il premio corrispondente […]». Intanto, dimenticando i suoi guai, continuava a sostenere l’amica. «Comprendo il tuo risentimento. comprendo e divido il tuo dolore. Ma sentimi bene, cara. Col risentimento nell’anima, tu riuscirai ad ottenere l’opposto di quanto vuoi. Va dinanzi al Signore, digli che ti spogli di te stessa, d’ogni passione, e poi serenamente e fortemente agisci. Se parli nervosa, a scatti, dai l’impressione della poca riflessione. Sii calma, sii tranquilla, sii serena, parla con affetto, dimostra con fermezza la via da seguire. E con la dolcezza devi vincere e salvare. E’ più difficile virtù di quel che non si creda, ma con la grazia ci arriverai. La bontà del Signore è tanta, tanta! Io ero così angosciata per la fine del mese: ero quasi certa del disastro. Invece ancora una volta è arrivato l’aiuto all’ultimo momento! Verrà la salvezza definitiva? E quanto durerà questa angoscia? Fiat voluntas tua, dolce Signore! Non saremo noi i primi che avremo sperato invano in Te! Ed io ti dico che in proporzione della tua fede e del tuo amore, tu otterrai al di là di ogni speranza. Ma per questo giù dal cuore ogni rancore! Bontà, dolcezza, pazienza, forza». (Adattamento dall’opera di M. STICCO, Una donna fra due secoli OR, 1983)

PREGHIERA

Dio paziente e misericordioso, che rinnovi la tua alleanza con tutte le generazioni, disponi i nostri cuori all’ascolto della tua parola, perché in questo tempo di grazia sia luce e guida verso la vera conversione. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

CANTO

TERZO MOMENTO

Un giorno, del Maggio 1924, Mons. Olgiati mi scrisse: «Temo che anche nelle file della G.F., dove tanto e giustamente si discorre di spirito soprannaturale, non poche socie si troverebbero a mal partito se dovessero spiegare con precisione cos’è il soprannaturale. Ella dovrebbe tentare una bella cosa. Dovrebbe invitare le migliori rappresentanti del suo movimento giovanile a frequentare un corso di cultura religiosa che duri un’intera settimana, con quattro lezioni al giorno. Siano poche, ma già preparate, ed abbia il coraggio di sacrificare in quella settimana ogni argomento di indole culturale, ogni discussione di problemi femminili, sociali e organizzativi. Unico argomento sia questo: una esposizione del catechismo. Il prego accolga questa idea, mi ascolti! Si troverà contenta e soprattutto sarà certo contento il Sacro Cuore […]». Veramente l’onda del soprannaturale pervase tutta la G.F. Ricordo alcuni episodi di questa onda benefica. Una studentessa al suo professore ateo e anticlericale, che le chiedeva di che cosa era composto l’uomo, rispose: «Lei, professore, è composto di anima e corpo». «E lei signorina?». «Io di corpo, di anima e grazia». Quella risposta fece pensare. E una giovinetta inchiodata da anni in un letto di dolore mi disse con un’espressione di cielo: «Da quando so che ho Dio presente e vivente in me pe la grazia, una gioia incontenibile mi ha invasa. Non mi importa più d’esser malata cronica! […]». «Se tu credi al mio amore, vedrai la potenza del mio Cuore. S.Margherita ha creduto ed ha veduto. Il nostro Gesù ripete queste parole ad ogni anima. La fiducia è la misura dell’amore. Chi più confida più ama. Figlioline mie, se voi volete vivere nella gioia, credete nell’amore di Gesù. E’ l’unica verità, è l’unica felicità. Credete all’amore. Questa è tutta la devozione al S. Cuore. Il S. Cuore è Gesù che ama nell’Incarnazione, nell’Eucarestia e sulla Croce. Come potremmo non credere all’amore di cui ci ha dato prove inconfutabili? Io non credo, vedo. Vedo ogni giorno i miracoli del Suo amore…»  (Dall’opera di S.Ferrantin e P.Trionfini La sorella maggiore racconta ) .

  • Momento di silenzio e riflessione personale

La beatificazione di Armida si inserisce nel cammino sinodale da poco iniziato. Per capire meglio la vita di Armida ci fanno eco le parole chiave che il Santo Padre Francesco ci ha indicato per il Sinodo: comunione, partecipazione, missione. Tutta la vita della futura Beata è stata abitata dallo Spirito Santo. Il suo stile di vita, come quello di Dio: vicinanza, compassione e tenerezza. Amava ripetere spesso “col mio Signore nel cuore vado incontro a tutto il mondo e sono sicura che con Lui vincerò sempre. Non mi angustio per nulla: ci penserà Lui ad ogni difficoltà”. La sorella maggiore ha saputo mettersi in ascolto dello Spirito per affrontare le sfide del suo tempo e camminando insieme con Lui ha saputo realizzare quello che le suggeriva. A noi il compito di accogliere le sfide di questo tempo, per essere “Chiesa in uscita”, segno di speranza in questo tempo segnato ancora dalla Pandemia.”      (“Semi di Armida”.  Armida Barelli una donna apripista per il nostro tempo. Presentazione)

PREGHIERA

Guarda, Dio onnipotente, l’umanità sfinita per la sua debolezza mortale, e fa’ che riprenda vita per la passione del tuo unigenito Figlio. Egli è Dio, e vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

CANTO