intestazione settore adulti

 

Chi lo avrebbe mai detto! Neanche il tempo di ricevere il mandato per il prossimo triennio e …subito lockdown. Messi alla prova ancora prima di cominciare. Eppure siamo qui a pregare, a pensare, a condividere, a studiare nuovi percorsi insieme a tutta l’ACI, a tutti voi, per continuare ad essere associazione e famiglia.
Cos’è successo in questi mesi?
Proviamo a fare il punto.
Anzitutto abbiamo rinnovato l’equipe diocesana, il gruppo di lavoro che affianca i 5 membri adulti del consiglio eletti.
Consapevoli, durante il periodo del lockdown, di avere a disposizione pochi strumenti, tra cui WhatsApp, per condividere il nostro vissuto, abbiamo lanciato una provocazione e una proposta.
Facciamo memoria di entrambe:

“È sufficiente condividere spontaneamente preghiere, video che girano in rete, vignette anche simpatiche? Per quanto tutto questo possa servire, non vogliamo certo banalizzarlo o impoverirlo di significato, crediamo che nasconda un limite: diamo sfogo al nostro desiderio di condividere ma probabilmente non riusciamo ad ascoltare tutti, specie quando i materiali sono tanti. Ognuno di noi, a sua volta, fa parte di molti altri gruppi.
Per questo vorremmo rivolgervi una proposta: potremmo scrivere a turno, ogni giorno, una breve riflessione, anche un solo pensiero, una preghiera, che sia nostra, magari frutto di una condivisione con il gruppo parrocchiale, che riguardi il tempo che viviamo. Tutto il materiale, poi, potremmo raccoglierlo e inserirlo in un testo da stampare. Forse non ce ne rendiamo conto abbastanza, ma ci è dato di vivere una storia importante, unica, e abbiamo la responsabilità di consegnare speranza, propositi, pensieri a chi verrà dopo di noi. Parliamo come adulti, ma questa è una proposta che potrebbe essere accolta anche dagli altri settori. L’associazione è una, ma ogni età ha modi di sentire diversi che, insieme, sono ricchezza per tutti”.

Purtroppo la proposta non ha trovato grande riscontro. Siamo quasi certe che questo a motivo del mezzo a disposizione (WhatsApp) e dello stato d’animo del momento. Abbiamo avuto tutti bisogno di metabolizzare quello che ci è accaduto all’indomani della presa d’atto nel Paese e nel mondo della nuova pandemia. Proveremo a rilanciarla. Non possiamo tenere per noi un’esperienza che potrà certamente essere utile agli altri e “negare” una parte di storia associativa alle generazioni future.
A luglio, esattamente il 18, nel rispetto delle misure governative anti- Covid, abbiamo organizzato presso il seminario minore di Locri, un incontro con i responsabili parrocchiali del settore adulti. È stato emozionante ritrovarsi, raccontarsi le paure, i timori e anche le speranze che albergano in ognuno di noi. In quella occasione abbiamo presentato una pista di lavoro, una traccia di cammino suddivisa in tre tappe ed elaborata proprio per suggerire alle parrocchie alcune attività.

Tre tappe, suggerite nel volume Fede e Contagio, edito da AVE, che nel periodo del lockdown abbiamo molto apprezzato, seguendone la presentazione attraverso alcune dirette organizzate dalla Rivista Dialoghi:
In ascolto – Contemplare e celebrare – La responsabilità del futuro.

La prima tappa “In ascolto” prevedeva un primo incontro (di presenza e presso la sede diocesana) dell’equipe adulti con i vice adulti parrocchiali.
La seconda tappa, invece, “Contemplare e celebrare” prevedeva un incontro da vivere nelle parrocchie.
Dopo la prima fase di ascolto, i responsabili adulti avrebbero dovuto tornare nelle parrocchie e incontrare il settore. Obiettivo: alla luce di quanto emerso nella prima tappa, proporre un momento di interiorità e
spiritualità, di fraternità e pratica del dialogo (dal progetto ai processi – Sentieri di speranza). Questa volta sarebbe stata l’equipe a raggiungere gli adulti nelle parrocchie per vivere con loro il momento di comunione.
La terza tappa “La responsabilità del futuro” (responsabilità ed esercizio della laicità – ecclesialità e consuetudine alla sinodalità – dal progetto ai processi – Sentieri di speranza).
Al centro di questa terza tappa gli incontri tematici sul futuro delle città.
Utilizziamo il condizionale perché durante l’estate, poi, non in tutte le parrocchie i settori sono ritornati alla “normalità” della vita associativa. Diciamo che le piste proposte non sono state battute. Nonostante la distanza, la paura ancora presente in molti soci adulti, abbiamo provato a mantenerci in contatto con i responsabili adulti parrocchiali che per noi, ora più che mai, sono gli anelli di congiunzione con la base.

Come?
Ci siamo posti, a nostra volta, da anelli di congiunzione tra il centro nazionale e i vice adulti, veicolando le attività di formazione proposte, relative alla vita dei gruppi associativi. Menzioniamo in particolare l’incontro formativo unitario del 29 luglio 2020: “Essere e fare gruppo al tempo del Covid”.
Ripercorriamo ancora una volta i punti importanti dell’intervento di Pierpaolo Traini, Ordinario di Pedagogia Generale e sociale, Università Cattolica del Sacro Cuore:
Il gruppo non coincide con il fare incontro (in presenza o meno);
Il gruppo è una pluralità di elementi ai quali rivolgere la nostra attenzione, il nostro ascolto.
Non solo.

Siamo chiamati a:
A) riscoprire i fondamentali della dinamica di gruppo;
B) ricordare il senso del gruppo nella vita associativa;
C) trovare nuove vie per vivere in gruppo l’essere associazione.

In merito al punto A, una buona esperienza di gruppo richiede:
la cura dei contatti e delle relazioni;
la conoscenza e la condivisione di finalità comuni, il riconoscersi in esse;
il ritrovarsi.
Se non ci si incontra il gruppo si spegne. Le finalità non condivise si spengono.
Importante è la regolarità degli appuntamenti, dare ritmo alla vita di gruppo, agire insieme.
In sintesi: cura delle relazioni, delle attività, delle ragioni.

In merito al punto B:
il gruppo è metodo e contenuto;
è luogo di umanizzazione;
è dispositivo che permette alle persone di sentirsi parte e accompagnate;
palestra di socialità;
dispositivo per conoscere sé stessi e discernere sulla propria vita;
è segno di un’opzione precisa, comunitaria;
è via e strumento di evangelizzazione comunitaria.

In merito al punto C:
riscoprire il valore insostituibile del ritrovarsi;
utilizzare le tecnologie in un’ottica integrativa e per coinvolgere nuove persone (giovani adulti);
progettare con chiarezza i diversi appuntamenti evitando il rischio ridondanza;
nuove tecnologie per potenziare i rapporti tra associazione comunità e territorio.
A settembre, raccogliendo le sollecitazioni del centro nazionale, della Presidenza diocesana, abbiamo stilato un calendario di appuntamenti per incontrare le parrocchie, vivere ancora meglio la prossimità, per accompagnare gli adulti a riscoprire il corpo come il luogo concreto dentro il quale esprimiamo la nostra vita e la nostra fede: sui passi di Gesù, con uno stile di servizio e di amore gratuito.

Eravamo pronti a partire …. ed ecco che il virus, ancora una volta, scombina i nostri progetti.
Non demordiamo. Soprattutto, continuiamo a vivere la nostra associazione.
Vi invitiamo a riscoprire il sito diocesano, la sezione degli adulti verrà continuamente aggiornata con materiale utile alla formazione personale e nei gruppi.
Cosa dire ancora? Work in progress…

Anna Bella
Cinzia Docile
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